Di Carlo Infante
Standing ovation per Tito Schipa Junior
Nel ‘69, grazie a Pietro Garinei e Sandro Giovannini, che gli offrirono il Teatro Sistina, nell’ambito di una rassegna giovanile, Tito Schipa Junior scrisse il musical Orfeo 9, prima opera rock italiana originale e prima nel mondo ad essere rappresentata in teatro (il 23 gennaio del ‘70).
Rielaborazione, in chiave rock, del mito di Orfeo ed Euridice, ruba il numero al brano dei Beatles “Revolution 9”.
Nel quadro del rinnovamento dei modelli televisi che si proponeva il secondo canale della Rai, grazie ad un ridicolo budget, di quaranta milioni di lire, nel ‘72 diventò un doppio LP Fonit Cetra (alla quinta edizione, per la Warner e considerato mitico. La stampa specializzata l’ha annoverato fra i cento album fondamentali del rock italiano del ‘900) e, l’anno dopo, un film a colori (il primo videoclip al mondo) della durata di 82 minuti. Scritto, musicato e diretto da Titino, fu girato, in sole quattro settimane, in una fornace di mattoni dismessa e pericolante (sulle cui fondamenta sarebbe stato edificato il centro di produzione Rai di Saxa Rubra) e nella zona circostante.
Con lo stesso autore nelle vesti del protagonista, Orfeo e la bellissima svedese Eva Axén in quelle di Euridice (nome che l’attrice avrebbe imposto alla figlia, sette anni più tardi). Interpretato, anche, da gran parte del cast della versione italiana di Hair (la commedia musicale inglese che aveva suscitato tanto successo, quante polemiche): Edoardo Nevola, Penny Brown, Ronnie Jones e gli esordienti Renato Zero (nel riuscitissimo ruolo del mefistofelico Venditore di felicità) e Loredana Bertè, solo per citarne alcuni. Le musiche vennero eseguite da artisti di elevato spessore quali il batterista Tullio De Piscopo, l’organista Joel Vandroogenbroeck e l’arrangiatore Bill Conti (che sarà poi il musico ad personam di Rocky-Stallone e di altra Hollywood, vincendo un Premio Oscar).
Una comunità giovanile vive felice tra le rovine di un’antica chiesetta sconsacrata, all’isola d’Elba, lontano dalla detestata città. Ne fa parte il solitario Orfeo. Euridice risveglia il cuore assopito del giovane: s’innamorano all’istante. Un oscuro personaggio, ossessionato dalla felicità, Il Venditore di felicità , s’insinua però nella coppia, con un trucco diabolico, separandoli. Così, il protagonista, s’incammina alla ricerca dell’amata, in un tormentoso viaggio dentro e fuori di sé.
Ma, appena pronto, fu violentemente censurato dalla stessa Rai perché l’autore aveva saputo cogliere, con estrema lucidità, l’Italia del tempo. Soprattutto, l’Italia che scopriva il flagello della droga. Flagello contro cui si scagliava, denunciando, in primis, l’uso sbagliato degli allucinogeni. Il primo piano di una siringa divenne il pretesto, impugnato dai benpensanti, che suggerì all’azienda di ridimensionare drasticamente il proprio impegno per la promozione di film e disco.
«Non ci fu verso di fargli capire – ricorda Schipa – che, invece, avrebbe potuto aiutare perché, usando il linguaggio di quella generazione, parlava del pericolo più grande di quella generazione. Forse avrebbe anche salvato qualche vita».
Fu mandato in onda (necessariamente in bianco e nero), solo due anni dopo, ma in seconda serata… Per essere subito risucchiato dalle maglie della censura e dimenticato (salvo qualche proiezione in sale d’essai ed università. A Lecce fu proposto, in presenza dell’autore, il 15 dicembre 2005, presso l’Auditorium del Museo Provinciale, per merito dell’instancabile professor Gianni Carluccio, responsabile dell’Archivio Schipa e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia).
Maglie riapertesi dopo ben 35 anni, unicamente grazie al proponente Marco Giusti (solo per dirne una, massimo esperto del cinema nostrano) ed a Paolo Baratta e Marco Müller, rispettivamente presidente e direttore della Mostra del Cinema di Venezia.
Così, restaurato, ha rappresentato l’evento conclusivo della 65esima edizione; in buona sostanza si è trattato di una prima (dell’opera più a basso costo presentata nella storia della rassegna).
In conferenza stampa, l’autore ha dichiarato: «Avrei voluto potervi presentare Orfeo 9 da venticinquenne, invece nel frattempo di anni ne ho 60. Di cose da dire, dopo 35 anni, ne avrei talmente tante che ho deciso di non dirne nessuna».
È stato proiettato (impreziosito dalla colonna musicale stereo), fuori concorso, la sera del 6 settembre, in Sala Grande (gremita per tre quarti, cosa rara anche per un simile evento), alla presenza di Titino, Edoardo Nevola, Penny Brown e del produttore esecutivo, Mario Orfini.
Nonostante dieci giorni d’intense trattative, portate avanti da Marco Giusti, Zero e la Berté hanno dato forfait, probabilmente a causa di forti dissapori che, si dice, siano sorti tra loro circa un anno fa. Quando invece, al tempo delle riprese, erano inseparabili («stavano sempre accovacciati su qualche scalinata a darsi sostegno morale», ha ricordato Penny Brown) e comunque, nell’ottobre dello scorso anno, Zero riuscì a far desistere la Berté dal suicidarsi.
Al termine della proiezione, a Schipa Junior, è stata tributata una standing ovation di dieci minuti.
Più che lusinghiere le recensioni della stampa non specializzata che ne ha voluto trattare (Il Mattino, Il Secolo XIX, laRegioneTicino e pochi altri). Attenzione anche dal Tg1. Alla vigilia se n’erano occupati, tra i più importanti, il Tg3 ed il Corriere della Sera. Ottimi i riscontri sulla stampa specializzata.
Ovviamente euforia alle stelle tra gli orfeomani (pare siano decine di migliaia) in Italia ed oltreconfine (Svizzera, Argentina, Australia, Giappone ecc.).
Come anticipato dal presidente di Rai Trade, Renato Parascandolo, in assenza di problemi legati ai diritti d’autore, il lungometraggio sarà disponibile a giorni, sul sito www.perlacultura.rai.it e si potrà scaricare a prezzo simbolico (entro i 3 euro). Inoltre, la televisione di Stato, vorrebbe commercializzarlo in DVD, quanto prima (pare stia per concludersi l’indagine relativa ai diritti, acquistati da Renato Zero).
In molti auspicano che la partecipazione al festival sia servita per sdoganare realmente la pellicola, così da poterla vedere nelle sale.
Intanto, per il 15 ottobre, Cinecittà ha organizzato un galà ad ingresso gratuito, presso il Cinema Trevi di Roma, con proiezioni alle ore 20,00 e 22,00. Si tratterà dell’anteprima romana assoluta, saranno presenti il protagonista ed altri interpreti.
Restano troppi coloro che dovrebbero finalmente riservare, a Tito Schipa Junior, adeguata attenzione. Oltre che all’arte, con la a maiuscola, sarebbe un riconoscimento alle non poche qualità umane, che ha ereditato da qualcuno…
Sull’opera nella sua globalità, l’autore ha scritto un raffinato volume di 176 pagine (uscito nel 2005, per i tipi dell’editrice Zona) quindi, anche alla luce dei recenti sviluppi, si può ben comprendere quanto questo articolo sia limitativo, ma dobbiamo pur concluderlo, rimandando i più attenti ad “ORFEO 9 – Il making (Storia, personaggi, fortune della prima opera rock italiana)” ed al sito ufficiale, www.orfeo9.it.
Sul grande artista, biografie non ve ne sono, in libreria; qualcuno dovrebbe cominciare a scrivere la prima. Anche in merito a ciò, meglio tardissimo che mai.
Fonte: Euromediterraneo, N. 15 Anno VIII
Rubrica: Cultura (pagina 13)
Autore: Carlo Infante
Data: 16-30 settembre 2008
Tipo: recensione