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L’Orfeo “beat” contro Sanremo

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Di Piero Vivarelli

… Sempre al Sistina, abbiamo avuto Orfeo 9, un’opera pop, scritta, musicata, interpretata e diretta dal giovane Tito Schipa Jr. con la collaborazione di un gruppo di entusiasti e valenti sconosciuti. I pregi principali di questo stimolante spettacolo, che ripropone in chiave moderna la mitologica vicenda d’amore fra Orfeo ed Euridice, vanno soprattutto ricercati nelle sue istanze innovatrici e nella assoluta buonafede che è stata di base alle non abbastanza ricompensate fatiche di Schipa e dei suoi collaboratori.

Tito Schipa non si è lasciato suggestionare dalla ricerca dell’effetto facile e lo ha programmaticamente scartato. Qualche volta, senza dubbi, la sua buonafede ha sconfinato nel campo dell’inesperienza e, magari, egli ha accentrato su di sè troppe responsabilità. Ma soprattutto è mancata ad Orfeo 9 una carica di rabbia, una grinta che sicuramente avrebbe dato all’opera, che pur raccoglie più di una istanza seriamente contestatrice, il pigmento necessario a superare, specie nella sua prima parte, alcuni momenti di staticità.

Rimane il fatto che Tito Schipa Jr. ha saputo continuare in maniera più che felice, sia dal punto di vista del testo che da quello strettamente musicale, un discorso sulla sua generazione, già da lui iniziato con una opera beat (libretto su musiche del grande Bob Dylan), rappresentata con successo al Piper Club circa tre anni or sono, molto tempo prima cioè che gli americani mettessero in scena, con ben altri mezzi a disposizione, il tribal-love-rock-musical Hair. Il che sia detto ad uso e consumo di tutti quei supercritici (per la verità un po’ ignoranti) che proprio nel precedente di Hair avevano trovato limiti “ideologici” per Orfeo 9.

Fonte: Playmen
Rubrica: Happening – Musica
Autore: Piero Vivarelli
Data: gennaio 1970
Tipo: recensione

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